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Mastoplastica additiva: meglio inserire le protesi in sede sottoghiandolare o sottomuscolare?

E’ sempre più frequente che il chirurgo, durante la prima visita, incontri donne che, alla richiesta di eseguire un intervento di aumento del seno con inserimento di protesi (mastoplastica additiva), chiedano di scegliere esse stesse il posizionamento dell’impianto protesico in sede sottoghiandolare o sottomuscolare, come se ciò fosse riconducibile ad una semplice preferenza, alternativa o desiderio.

Ma è proprio così o la scelta di inserire la protesi nell’una o nell’altra sede è dettata da qualcosa di più, da particolari da analizzare attentamente?

Intervento di Mastoplastica additiva

protesi sottoghiandolare - Prima

Intervento di Mastoplastica additiva

protesi sottoghiandolare - Dopo

L’opzione della sede sottoghiandolare, giustificata dal fatto che il seno si trova sopra il muscolo Grande Pettorale e non sotto, è solo teoricamente corretta, ma in pratica non è così. La protesi deve essere il più possibile protetta e nascosta, quindi più superficiale sarà posizionata, più sarà visibile e quindi meno naturale.

 

L'indicazione ad un impianto retroghiandolare o ad uno retromuscolare è data, perciò, dalle caratteristiche della pelle e del tessuto sottocutaneo che rivestono la mammella e da quelle del parenchima ghiandolare.

Può essere corretto un inserimento in loggia retroghiandolare quando esista già di partenza una ghiandola ben rappresentata che garantisca un’ottimale copertura della protesi e che la pelle sia sufficientemente spessa ed elastica. In generale, si preferisce limitare questa scelta solo nei casi in cui lo spessore della ghiandola mammaria, nel polo superiore, sia maggiore di 2 cm. e nei casi di donne estremamente "sportive", solite a utilizzare molto i muscoli pettorali.

 

Inizialmente l'impianto sottoghiandolare può apparire più naturale, ma dopo già 2-3 anni si noteranno più frequentemente difetti, quali contrattura capsulare, piegoline (rippling o wrinkling), atrofia della ghiandola. Infatti, si deve tenere presente che, nel tempo, le protesi mammarie in sede sottoghiandolare provocano, per la loro pressione e per il loro peso gravante per intero sulla ghiandola, un lento ma progressivo assottigliamento della ghiandola mammaria stessa con il risultato finale, trascorsi pochi anni dall'intervento, di palpare e/o vedere i bordi della protesi. Al contrario, una protesi sottomuscolare può sembrare più rigida all'inizio, ma con il passare del tempo il risultato appare più naturale e duraturo.

Intervento di Mastoplastica additiva

protesi sottomuscolare - Prima

Intervento di Mastoplastica additiva

protesi sottomuscolare - Dopo

Attualmente si è trovato un buon compromesso adottando sempre più frequentemente la tecnica dual plane, un procedimento misto, in cui la parte superiore dell’impianto protesico è inserita sotto il muscolo Grande Pettorale e, quindi, è meglio camuffata, mentre la parte inferiore, coperta solo dalla ghiandola, rimane più naturale e meno rigida rispetto al caso in cui sia totalmente coperta dal muscolo.

E’ ormai appurato che gli esiti migliori di una mastoplastica additiva, in fatto di naturalezza ed eleganza, si ottengano proprio con tale metodica, la quale fornisce, inoltre, una buona stabilità di risultato nel tempo.

 

Per concludere, non è possibile sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva decidendo a priori tipo di tecnica e di protesi da utilizzare senza una o più visite preliminari, che servano a valutare attentamente le caratteristiche fisiche, mettendole a confronto con le attività quotidiane, oltre ai desideri e alle aspettative di ognuno.  Per questo è sempre bene affidarsi a specialisti esperti che sappiano condurre per mano la paziente verso il risultato migliore.

Partner di Guida Estetica.it

Dott.ssa Arianna Tinti

Estheticon.it

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Dott. ssa Arianna Tinti M.D. è uno specialista nell'intervento di Mastoplastica additiva sul portale Estheticon.it

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